Un vero e proprio shock culturale, davvero indesiderato, non è questo il modo di difendere i diritti dei consumatori in Rete. L'emendamento approvato lo scorso 19 settembre in Commissione Cultura alla Camera al disegno di legge n. 2221 di riforma della legge sul diritto d'autore, proposto dai parlamentari Folena, Luxuria ed altri, rappresenta un brutto colpo per la libertà di utilizzo della Rete e più in generale delle nuove tecnologie. L'attuale legge sul diritto d'autore prevede, infatti, già oggi che "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali". Ciò significa che oggi ogni opera dell'ingegno non è soggetta a limitazioni né a vincolo tecnologico se è utilizzata per finalità educative, di critica o di discussione.
Con l'emendamento proposto, al contrario, si rischia di inserire una modifica che sconvolge la libera fruizione del patrimonio culturale in Rete, ovvero creare un canale di contenuti gratuiti di serie b (solo musiche e immagini a "bassa risoluzione o degradati"). Si tratta probabilmente di un grosso abbaglio preso dai parlamentari che lo hanno proposto e, in particolare, dal Presidente Folena che aveva, invece, mostrato in precedenza particolare interesse per la petizione online presentata da Altroconsumo nell'ottica di un più sereno bilanciamento tra gli interessi dei titolari dei diritti sulle opere e quelli dei consumatori, e finalizzata a eliminare le sanzioni penali per chi scarica e condivide in Rete contenuti protetti senza scopo di lucro oltre a introdurre un'adeguata regolamentazione dei DRM (gestione dei diritti d'autore nell'era digitale) per tutelare più efficacemente ed in concreto i diritti riconosciuti al consumatore alla copia privata, alla privacy e all'accesso ad un mercato libero e concorrenziale.
Quella intrapresa non è la strada giusta per migliorare la fruizione dei contenuti in Internet, la soluzione può anzi andare a vantaggio delle grandi major e non è un caso che FIMI (la Federazione della Musica Italiana) abbia salutato favorevolmente l'emendamento, un vero e proprio furto culturale a danno degli utenti della Rete, un freno all'utilizzo delle nuove tecnologie come strumento di condivisione del patrimonio culturale. Altroconsumo si attiverà perché questo emendamento venga stralciato nella discussione in aula del disegno di legge






2 commenti:
E' incredibile i casini che riescono a fare quegli emeriti BIP che stanno in Parlamento!
Spero davvero che questa assurdità venga corretta anzi eliminata per tempo.
Tifo per Altroconsumo con tutte le mie energie!
PS: mi piace questa idea dei commenti recenti postati alla mia destra!
La Nuova Chat invece con me non va ma qualche volt posterò invece in quella più "arcaica" ma più funzionale e soprattutto privata dato che l'altra credo sia fruibile da tutti e non solo da noi.
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