


Era un presentatore televisivo molto noto, molto quotato, un conduttore - come si dice oggi - da 28 milioni di telespettatori. Incarnava un certo perbenismo borghese e faceva un uso piuttosto lacrimevole – alla Raffaella Carrà dei giorni nostri, se vogliamo - del più potente mezzo di comunicazione. La sua figura pubblica, certamente, non era a tutti gradita.
Finì, all’improvviso, in un tritacarne allestito dalla procura di Napoli sulla base di un manipolo di "pentiti" che prese ad accusarlo di reati ignobili: traffico di droga ed associazione mafiosa. Con lui – prima che quell’operazione si sgonfiasse come un palloncino – finiranno nel tritacarne altre 855 persone
Il suo arresto fu un evento mediatico. Prima di trasferirlo in carcere i carabinieri lo ammanettano come il peggiore dei criminali e gli allestiscono una sorta di passerella davanti a fotografi ed operatori televisivi.
L’Italia si spacca letteralmente in due tra innocentisti e colpevolisti. E la stampa, dichiaratamente forcaiola, riesce a dare il peggio di sé.
E’ la quasi estate del 1983. Comincia il "caso di Enzo Tortora", vittima sacrificale degli isterismi e dei pressappochismi dell’antimafia.
Con Tortora la giustizia italiana fa un salto indietro di qualche secolo, coprendosi letteralmente di vergogna. Un gruppo di magistrati mostra i suoi lati più bui. Il presentatore televisivo viene tenuto in carcere per sette mesi, ottenendo appena tre colloqui con i suoi inquirenti. Gli indizi che lo accusavano sono debolissimi, praticamente inesistenti: oltre alle parole dei "pentiti", soltanto un’agendina trovata nell’abitazione di un camorrista. Un nome scritto a penna e un numero telefonico. Solo dopo lungo tempo si saprà che quel nome non era "Tortora", ma "Tortosa" e che il recapito del telefono non era quello del presentatore.
Nel giugno del 1984 Enzo Tortora – nel frattempo divenuto il simbolo delle tragedie della giustizia italiana – viene eletto deputato europeo nelle liste dei radicali che ne sosterranno sempre le battaglie libertarie.
Il 17 settembre 1985 (ad oltre due anni dall’arresto) Tortora viene condannato a dieci anni di galera. Nonostante l’evidenza, le accuse degli 11 "pentiti" (definiti da un giornale "la nazionale della menzogna") hanno retto al dibattimento.
Con un gesto nobile, l’ormai ex divo della TV – protetto dall’immunità parlamentare - si consegna. Resterà agli arresti domiciliari.
Il 15 settembre 1986 (a più di tre anni dall’inizio del suo dramma) Enzo Tortora viene assolto con formula piena dalla corte d’Appello di Napoli.
Il 20 febbraio 1987 torna sugli schermi televisivi.
Il 17 marzo 1988 Tortora viene definitivamente assolto dalla Cassazione.
Il 18 maggio 1988, stroncato da un tumore, Enzo Tortora muore.
Resterà per sempre il simbolo di una giustizia ingiusta. Che di macroscopici errori, dopo di lui ne commetterà – purtroppo – ancora molti.






8 commenti:
Già, ne commetterà ancora molti. Considerando tutte le assoluzioni e/o le prescrizioni per mister B...
e non solo, caro iz!
sono convinto che, chiunque, quando siede sul seggiolone, fa soprattutto x i suoi, di interessi... a guardare i politici, anche quelli che comandano ora, credi davvero che siano agnellini? io no. ciao, bb.
"In tucc istes" " sono tutti uguali", lo abbiamo già detto, l'importante è poter prendere tutto quello che possono, non importa che chi ci fa le spese siamo tutti noi.
Oggi ho un po' il dente avvelenato con tutta la classe politica. Mi spiace dirlo, non uso spesso parole di questo tipo, ma mi fanno proprio "SCHIFO"
Facciamo un esempio "calcistico": non ci sono + uomini simbolo, le cosiddette "bandiere", che erano sì attaccati al vil denaro, ma almeno avevano a cuore chi li faceva guadagnare... Nel calcio non ce ne sono più, così pure nella politica. E il n. 1 (in ogni dove) farà sempre come gli pare, in barba a tutto e tutti. bb.
Tanto grande l'ingiustizia subita, tanto enorme la dignità mostrata dall'uomo Tortora in quegli anni.
Un esempio di integrità.
Grazie Big per aver postato questo commento. Ricordo che fu una storia che seguii con grande interesse talmente mi sembrava assurda. Ciao ciao
Caro BB, non voglio "sporcare" questo comuBlog (intendo Blog comune, stai tranquillo) con discorsi politici. Comunque... Purtroppo la politica ormai ha perso i veri valori, gli ideali. Sù questo sono d'accordo. Mister B. però si differenzia da tutti gli altri, sia per il potere che ha (si vanta di avere mezza Italia) sia per come ha avuto quel potere sia per come lo ha esercitato e lo esercita tutt'ora. Non fosse un politico (e infatti -chéché ne dica- tutti i processi non c'entrano nulla con la politica) sarebbe già un figuro da cui guardarsi. Invece, facendo il politico (ed il candidato perenne alla presidenza del Consiglio)...
Ti consiglio "La scomparsa dei fatti" e "L'odore dei soldi", scritti da Travaglio.
Seguirò il tuo consiglio riguardo la lettura, caro IZ, convinto di arricchire la mia modesta cultura. Vai tranquillo x quanto riguarda il blog. Fintanto uno esprime democraticamente e con educazione le sue opinioni è ben accetto, ci mancherebbe! E poi, anche se di politica non mi intendo, può essere che tu dica delle verità. A naso...su Mister B. credo tu abbia ragione. Quello che dico io è che sicuramente anche Mister P. non è da meno, se la memoria non mi inganna... Quindi, fatte le somme, siamo messi proprio bene!!! Ciao, bb.
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